Curcio Medie

Pablo Neruda, pseudonimo di Neftalí Ricardo Reyes (Parral 1904 - Santiago 1973), è stato un poeta cileno.

Esordì a soli 17 anni con una serie di liriche, tra cui La canzone della festa, e a 20 pubblicò Venti poesie d’amore e una canzone disperata, uno dei suoi testi più noti anche fuori dai confini del Cile. Con Residenza nella terra (1925-1935) si compì il passaggio a una poesia surreale ed ermetica ed emersero temi di disperazione esistenziale.

Nel 1927 intraprese la carriera diplomatica con un incarico di console nell’allora Birmania, ma non abbandonò l’attività poetica, che continuò intensa e feconda. Dall’epoca della guerra civile spagnola (Spagna nel cuore, 1937) si concentrò sui grandi temi della condizione intollerabile dei poveri e dei diseredati dell’America Latina. La sua opera da un lato celebrava le più genuine qualità della sua gente, sullo sfondo degli antichi miti dell’America meridionale, dall’altro protestava esplicitamente e con forza contro il degrado e lo sfruttamento del proprio paese e di tutti i paesi dell’America Latina, condannando l’imperialismo nordamericano e i monopoli delle grandi compagnie commerciali. Opere come Terza residenza (1947), Canto generale (1950), Odi elementari (1952-1957), Pieni poteri (1962) esprimono questa protesta politica e sociale, che trasforma la sua poesia in un canto di ribellione.

Nel 1971 Neruda ricevette il premio Nobel per la letteratura. Sostenitore, nel suo paese, dell’ascesa delle forze popolari, fu coinvolto nella tragedia che ne seguì, con la caduta di Allende nel 1973. Gravemente malato, morì pochi giorni dopo. Fu pubblicato postumo, nel 1974, il volume di memorie Confesso che ho vissuto.