Curcio Medie

Imperatore romano (121-180)

Marco Aurelio, figlio di Annio Vero, fratello dell’imperatrice Faustina Maggiore, nasce a Roma nel 121, sebbene la sua famiglia fosse di origine spagnola. In giovane età resta orfano e viene allevato in case del nonno, Marco Annio Vero, dove è educato con il fratello Lucio Vero dai migliori precettori del tempo, come il filosofo Diogneto, Frontone ed Erode Attico, che lo iniziano alla Filosofia. Per la sua cultura (Lettere, Diritto, ma soprattutto la Filosofia, e per questo definito successivamente “l’imperatore filosofo”) e per il suo senso del dovere conquista Adriano che progetta di farlo sposare alla figlia di Lucio Ceionio Commodo, da lui scelto come suo erede. Morto quest’ultimo prima di salire al trono, Adriano nel 138 spinge Antonino Pio (futuro imperatore) ad adottare Marco e il fratello. In questa occasione, Marco muta il nome da Marco Annio Vero in Marco Elio Aurelio Vero Cesare. Come ulteriore legame con la sua famiglia adottiva, nel 145 sposa anche la figlia di Antonino, Faustina Minore, alla quale resterà sempre unito e dalla quale avrà 13 figli. L’anno dell’adozione segna l’inizio della sua carriera politica, culminata nel 146 con la tribunicia potestas e con l’imperium proconsulare, che lo rendono pari all’imperatore stesso. La sua successione avviene nel 161 e sebbene non fosse stato previsto, si associa il fratello Lucio Vero. Marco, amante della pace e degli studi, si trova ad affrontare continue difficoltà legate alla sicurezza, ma, soprattutto, alla decadenza ormai inarrestabile dell’Impero. Con grande volontà e senso del dovere, affronta tutti i problemi incontrati cercando di conservare al massimo la pace nell’Impero, con una politica austera, ma anche di collaborazione con il Senato. Per la prima volta dopo molti anni, il problema dei confini torna ad essere drammatico. Nel 162 reprime con facilità una rivolta in Britannia e un’insurrezione dei Catti. Più difficile la situazione in Oriente, dove i Parti, guidati dal re Vologese III, riprendono le ostilità contro Roma: dopo un inizio poco fortunato, Lucio Vero, nel 166, aiutato da Avidio Cassio, riporta una grande vittoria e riconquista l’Armenia e la Mesopotamia. Altrettanto difficile è la situazione lungo il Danubio. Marco Aurelio è infatti il primo imperatore ad affrontare il movimento di popolazioni barbariche che, giunte da nord o da est, tentano di oltrepassare i confini dell’Impero allo scopo di trovare territori migliori. Nel frattempo, alle necessità dovute alle spese militari, si aggiunge una gravissima pestilenza, riportata a Roma dai soldati che avevano combattuto in Oriente. L’imperatore affronta i Quadi e i Marcomanni, con un esercito quasi decimato, una prima volta dal 169 (anno della morte di Lucio Vero) al 175, senza peraltro risolvere completamente il problema: lungo il confine viene istituita una zona di confine controllata da truppe di alleati semiliberi. Successivamente riprende la guerra dal 177 fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 180, a causa della peste nel campo di Vindobone (odierna Vienna). Gli succede il figlio Commodo, associato al trono fin dal 177. Di Marco Aurelio resta un’opera, scritta durante la guerra, intitolata A se stesso, una raccolta di pensieri e considerazioni sulla vita, in cui si esprime una visione della realtà triste e disincantata. Il suo regno, caratterizzato da una grande umanità, soprattutto verso gli umili, resta unico nella storia di Roma.