Curcio Medie

Quante volte abbiamo visto scintillare al sole le gigantesche facciate in cristallo di edifici del nostro tempo. Non solo, spesso all’interno di queste moderne costruzioni anche le porte e persino intere pareti sono in vetro. Ora, a difenderci dal gran caldo e dal freddo c’è l’aria condizionata e ci sono i caloriferi; non è quindi più necessario che le case abbiano i muri di grosso spessore e poche finestre: bastano quindi le lastre di vetro ed è possibile dotare gli edifici di numerose finestre, piccole e grandi. Insomma, possiamo dire che la nostra è anche l’epoca del vetro. Eppure, proprio in altre epoche, quando il vetro non era certo a buon mercato e la tecnica non consentiva la produzione di lastre di grandi dimensioni, si è sviluppata l’arte delle vetrate: un’arte che ha prodotto opere altamente decorative.

Colori di luce 
Intorno al X secolo, la lavorazione del vetro ha consentito di ottenere lastre di vetro colorate e notevolmente trasparenti: la luce, attraversandole, si colorava del colore del vetro. Si può far risalire più o meno a quell’epoca (sicuramente in Europa agli inizi del XII secolo) l’idea delle vetrate artistiche.
Inizialmente si diffusero in Francia, dove, unendo assieme con filettature di piombo pezzi di vetro colorati e opportunamente ritagliati, si produssero vetrate con motivi decorativi e altre figurazioni. Il grande momento dell’arte delle vetrate si ebbe nel periodo dell’arte gotica, quando le maggiori chiese di parecchi paesi europei ebbero come elemento essenziale grandi vetrate istoriate, raffiguranti personaggi e scene della storia sacra.

Entrare in una cattedrale gotica è come immergersi in un mondo magico: mancando gli affreschi sui muri (le pareti sono ridotte al minimo), le raffigurazioni sacre si trovano sulle grandi vetrate e il visitatore, prima di tutto, viene fortemente impressionato dai colori che hanno le vetrate illuminate dalla luce solare (dopo il tramonto, la festa di colori scompare completamente: le vetrate sono visibili solo se ci si trova dalla parte opposta alla sorgente di luce che le attraversa). Le vetrate delle chiese gotiche svolgevano un’altra funzione: far conoscere le storie sacre anche a coloro che non sapevano leggere, ed era la maggioranza della popolazione in quell’epoca.

Grande arte e sapienza artigianale 
Oltre ai colori, nelle vetrate sono presenti due disegni: quello delle figure rappresentate e quello costituito dalle filettature di piombo che legano le diverse parti del vetro (talvolta i due disegni coincidono). Il primo è la traccia disegnativa nerastra, fatta col pennello sulla superficie vetrosa; il secondo è dato dal taglio dei vetri. Con la traccia disegnativa (detta grisaille «chiaroscuro») oltre ai contorni è possibile ottenere le sfumature. 
Prima di essere legati definitivamente con i piombi, i pezzi di vetro vengono messi a cuocere in un forno, affinché il disegno a grisaille si fissi stabilmente sulla loro superficie. Le filettature di piombo (facili da piegare) hanno sui lati opposti due scanalature per l’inserimento dei margini dei vetri contigui; i punti di congiunzione delle filettature vengono saldati a stagno. Le vetrate di grandi dimensioni sono divise in vari settori, corrispondenti al telaio in ferro che le sostiene: una grande superficie legata solo a piombo sarebbe troppo pesante e potrebbe subire delle deformazioni. Da quanto abbiamo detto, si può capire che nella realizzazione di una vetrata artistica è necessario un gran numero di operazioni (qui sono state descritte le principali) e che arte e artigianato sono talmente congiunti da diventare una cosa sola.

Mattoni di vetro
I vetri usati per costruire le vetrate artistiche sono prodotti prevalentemente in Francia e in Germania. L’industria Saint-Gobain, in Francia, vende piastrelle di vetro colorato di cm 20 x 30 e dello spessore di 2 cm, che si chiamano dalles, «lastre». Alcuni artisti, tagliando le piastrelle secondo forme prestabilite, riescono a ottenere effetti decorativi ed espressivi veramente singolari. Questo modo di fare vetrata viene praticato soprattutto dagli artisti che si dedicano all’arte astratta.

Le vetrate più belle 
Appartengono senz’altro alla cattedrale di Chartres, monumento insigne dell’architettura sacra francese, famosa anche per le sculture dei suoi portali.
Vi si trova il ciclo più importante delle vetrate medioevali (secoli XII e XIII). Si tratta di 170 vetrate, compreso il finestrone circolare della facciata (il rosone), che costituiscono più di 2500 metri quadrati di superficie istoriati.


Oltre alla vita di Gesù Cristo, dei santi e alla narrazione di varie storie sacre, sono raffigurate le gesta di Carlo Magno: sono una specie di enciclopedia di immagini, che testimoniano usi e costumi del medioevo francese. La realizzazione dell’intero ciclo durò ben 40 anni. 
Vetrate di notevole valore artistico si trovano anche nelle cattedrali di Saint-Dénis, di Rouen, nella Sainte-Chapelle di Parigi (Francia); di Bamberga (Germania); nei duomi di Milano, Orvieto, Firenze, Arezzo; nella basilica di San Francesco ad Assisi; nelle chiese di San Petronio a Bologna, di San Giovanni e San Paolo a Venezia.