Curcio Medie

In chimica la combustione è una reazione di ossidazione di un combustibile con un comburente (aria o ossigeno) che avviene con alta velocità e forte sviluppo di energia termica, permettendo di raggiungere elevate temperature. La combustione è un processo di ossidazione; il valore della temperatura ottenuto dipende dal potere calorifico del combustibile, dal tipo di comburente usato e dal rapporto combustibile-comburente. Vengono dette combustioni vive quelle che presentano una manifestazione luminosa e calorifica evidente; combustioni lente quelle con scarsa produzione di calore e senza manifestazioni luminose.
Le combustioni si dividono, inoltre, in complete o incomplete, a seconda che la reazione raggiunga l’estremo stadio di ossidazione o si arresti prima. Nel XVIII secolo Lavoisier dimostrò sperimentalmente che la combustione è un fenomeno di ossidazione. Nella combustione le manifestazioni luminose sono varie: i combustibili gassosi bruciano con fiamma, mentre quelli solidi bruciano generalmente senza fiamma. Nelle combustioni il prodotto che brucia si dice combustibile e l’ossigeno è detto comburente; se però il combustibile è gassoso, è possibile far bruciare l’ossigeno, con produzione di fiamma, nel gas (fenomeno di inversione della fiamma).
La luminosità di una fiamma dipende da particelle solide, generalmente di carbonio, che si separano con il calore e divengono incandescenti. Esse si depositano a contatto di un corpo freddo, costituendo il «nerofumo». In una fiamma si notano tre zone: una centrale, in cui non ha luogo alcuna combustione e dove i corpi solidi si trasformano in prodotti volatili; una luminosa, nella quale gli idrocarburi volatilizzati si ossidano parzialmente; una esterna calorifica, nella quale la combustione avviene in maniera completa. Tutti i corpi bruciano quando raggiungono una determinata temperatura (temperatura di accensione), che varia da sostanza a sostanza. La temperatura alla quale inizia una combustione accompagnata da manifestazioni luminose si chiama temperatura di infiammazione.

È importante, inoltre, conoscere la velocità con la quale avviene una combustione viva. Per accendere una miscela gassosa si ricorre a tre metodi:
1) per mezzo di scintille elettriche;
2) per mezzo di un forte aumento di pressione;
3) per mezzo di catalizzatori.

L’accensione di una miscela gassosa, come di ogni altro combustibile, avviene in un punto; affinché la combustione si propaghi, occorre che la quantità relativa di gas combustibile nella miscela con il comburente sia compresa tra due limiti di infiammabilità che variano con la temperatura, con la pressione e con la posizione del punto di accensione. La fiamma si propaga dapprima lentamente e con velocità uniforme, per poi accelerarsi in un secondo stadio.
La combustione quasi istantanea è detta esplosiva. Per i gas, la quantità di ossigeno che deve entrare nella miscela per rendere possibile la combustione è detta «potere comburivoro». La quantità di calore che si sviluppa in una combustione è determinata dal potere calorifico del combustibile moltiplicato per il suo peso. La combustione di superficie (o combustione senza fiamma) è un tipo particolare di combustione che consiste nel far bruciare delle sostanze gassose sopra superfici porose.