Curcio Medie

L'accento

Impariamo la funzione dell'accento.

Identikit dell’accento

Palla, Volontà, Cane

Prova a pronunciare ad alta voce queste parole. Noterai che  il tono della voce cadrà più a lungo su una sillaba che costituisce la parola intera.
Ad esempio, nel pronunciare la parola palla ti soffermerai sulla prima sillaba PAL – la.
Per quel che riguarda la parola volontà, l’accento cadrà sull’ultima sillaba vo – lon – .
Mentre, per la parola cane, la voce si soffermerà sulla prima sillaba CA – ne.

L’accento tonico
Pronuncia la parola:

Camera

Avvertirai che sulla sillaba CA cade l’accento mentre sulle sillabe ME e RA non cade l’accento.
La forza con cui la voce si sofferma su una sillaba che costituisce la parola si chiama accento tonico (o, più comunemente, accento). Nella sillaba, l’accento cade sempre sulla vocale.

RICORDA

All’interno di una parola, la sillaba su cui si posa l’accento si chiama tonica, mentre la vocale su cui cade l’accento si chiama vocale tonica. Tutte le altre sillabe su cui non cade l’accento si chiamano sillabe atone (cioè senza accento).

A seconda della sillaba su cui cade l'accento possiamo dividere le parole in quattro gruppi:

tronche

quando l’accento cade sull’ultima sillaba

virtù, libertà

piane

quando l’accento cade sulla penultima sillaba

paròla, inìzio

sdrucciole

quando l’accento cade sulla terzultima sillaba

accèlero, tàvolo

bisdrucciole

quando l’accento cade sulla quartultima sillaba

àbitano, diàmoglielo

La maggior parte delle parole della lingua italiana sono piane e, inoltre, abbiamo anche parole prive di accento (atone). Si tratta di parole composte da un’unica sillaba (monosillabe) che per essere pronunciate si appoggiano ad altre parole, pur rimanendo staccate dalla parola che seguono. Si chiamano parole proclitiche e possiamo distinguerle in:

Articoli                                   il cane, il gatto

Congiunzioni                         Se vieni, ma andiamo

Pronomi                                 mi piace, vi vede

Preposizioni                           di Carla, con calma

Se invece, si appoggiano alla parola che le precede si chiamano enclitiche:

mandagli, guardala

Attenzione:
Nell’uso corrente della lingua, l’accento tonico non viene segnato graficamente ma è segnalato dal dizionario per indicare la corretta pronuncia delle parole. 

L’accento grafico
Osserva la parola:

Perché

In questo caso, l’accento è sempre scritto, è obbligatorio e prende il nome di accento grafico. L’accento grafico ci permette di mostrare la parola accentata e ha tre forme:

grave  \

indica un suono aperto

papà, caffè, ballò

acuto  /

indica un suono chiuso

perché, né, tósse

circonflesso ^

indica una contrazione

olî, principî, ozî

L’accento grafico è obbligatorio:

>>Sulle parole tronche di due o più sillabe                                                     Sarò, darò, volontà

>>Sui monosillabi con due vocali quando l’accento cade sulla seconda               Più, ciò, piè

>>Sui composti di tre, re, blu                                                                       Viceré, trentatré, orsù

In alcuni monosillabi con doppio significato:

ché

(congiunzione = perché)

che

(congiunzione, pronome)

(verbo dare)

da

(preposizione)

(nome)

di

(preposizione)

è

(verbo essere)

e

(congiunzione)

(avverbio)

la

(articolo, pronome, nota musicale)

(congiunzione)

ne

(pronome, avverbio)

(avverbio)

li

(pronome)

(pronome)

se

(congiunzione)

(avverbio)

si

(pronome, nota musicale)

(nome)

te

(pronome)

 

Attenzione:

L’accento grafico è vietato:

>>Sui monosillabi con una sola vocale                                                     tre, su, me sta, tra, fa

È invece facoltativo:

>>Sul pronome sé quando seguito da stesso o medesimo                    sé stesso, sé medesimo

>>Sulle forme del verbo dare per distinguerle da do                           Do (nota musicale);

  dài (preposizione articolata);

  dànno (nome).

Inoltre, l’accento grafico è utile sulle parole omografe, ovvero quelle parole scritte nello stesso modo ma che hanno accento e significato diverso:

àncora  (nome)

ancòra (avverbio)

affétto  (verbo)

affètto (nome)

accétta (verbo)

accètta (nome)

Quando l’accento grafico non è segnalato, possiamo capire la differenza di significato tra due parole in base al contesto della frase. Proviamo:

Le nuvole si muovono leggère nel cielo.

Giulio non ha ancora imparato a lèggere.

Prova a dare un significato alle parole omografe in base al contesto della frase.

 

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