Curcio Medie

Il modo secondo il quale sono regolati i rapporti tra la società civile e quella religiosa ha sempre avuto una grande importanza nella vita dei popoli. I rapporti fra Chiesa e Stato possono essere regolati secondo due schemi diversi e opposti: dell'unione o della separazione.

Unione: può prevedere la subordinazione o la coordinazione. Esempi classici di subordinazione della Chiesa allo Stato sono:

a) il cesaropapismo, che considera il governo della Chiesa un settore della pubblica amministrazione (Chiesa di Stato);

b) il giurisdizionalismo: questo non riunisce nella stessa persona il duplice potere, civile e religioso, ma, mentre da una parte concede privilegi e favori, dall'altra invade la sfera delle competenze, estendendo la sua sovranità sui rapporti esteriori del governo ecclesiastico, come la nomina dei vescovi, la divisione delle circoscrizioni ecclesiastiche, l'amministrazione e l'uso dei beni ecclesiastici. Entro questo schema sono stato interpretate molte forme di cesaropapismo manifestatesi in Europa in questi ultimi secoli, quali il gallicanesimo in Francia, il febronianismo e il giuseppinismo in Austria, il regalismo in Spagna, il leopoldismo in Toscana, ecc. La subordinazione dello Stato alla Chiesa, invece, si ha quando la potestà ecclesiastica si estende anche sul temporale; si elencano tre forme diverse: la potestas diretta (teocrazia), secondo cui il papa avrebbe la somma di tutti i poteri, spirituali e temporali, e delegherebbe questi ultimi allo Stato, ma rimanendone arbitro; la potestas indirecta, secondo cui il papa non ha potere diretto sulle cose temporali, ma solo quello di correggere e abrogare quelle leggi civili che fossero dannose per la vita spirituale dei fedeli; la potestas directiva, secondo la quale il papa non può né emanare leggi obbligatorie per i cittadini né abrogare quelle contrarie agli interessi della Chiesa, ma solo disapprovarle e ricordare al potere civile il suo dovere di emanare leggi rispettose dei diritti di tutti, compresa la Chiesa. Nel sistema della coordinazione, invece, Chiesa e Stato si considerano come due società ugualmente sovrane, anche se di importanza diversa, per cui è riconosciuta piena libertà ai due, rispettivamente nel campo spirituale e in quello temporale. Nel campo delle cosiddette res mixtae, le due autorità concordano insieme le modalità cui ispirarsi, cedendo reciprocamente qualcosa, in uno spirito di mutua collaborazione e per promuovere il bene comune nella concordia e nella pace. Questa coordinazione si attua praticamente attraverso il sistema concordatario, particolarmente in voga in quest'ultimo secolo.

Separazione: il modo di concepire il sistema separazionistico può variare; in genere, però, esso è definito dall'assenza di vincoli giuridici formali tra Chiesa e Stato. Praticamente ciò comporta l'assoggettamento della Chiesa alle condizioni poste dal diritto comune dello Stato, con esclusione di ogni posizione di privilegio. Il sistema concordatario salvaguarda meglio i diritti della Chiesa e la sua natura di società sovrana e indipendente, ma a volte potrebbe farla apparire connivente con la politica del potere costituito; il regime di separazione, al contrario, lascia spesso la mano libera a governanti privi di scrupolo, ma in compenso assicura una più grande libertà spirituale alla Chiesa, per richiamare tutti alla coscienza del proprio dovere.

Il principio della separazione tra lo Stato e la Chiesa si andò affermando nel corso del XIX secolo ed è quello maggiormente applicato negli Stati liberali e democratici, tuttavia il rifiuto maggiore a tale processo giunse proprio dalla Chiesa: nel 1832 Gregorio XVI lo condannò severamente nella bolla Mirari vos.