Curcio Medie

Separata dagli altri continenti da vasti mari circumpolari, l’Antartide si estende su un’area di quasi 14 milioni di km2, e ha come centro il Polo Sud. La sua forma pressoché circolare è interrotta in corrispondenza della penisola antartica, che si protende verso il Sudamerica, e delle due vaste rientranze che accolgono rispettivamente il mare di Ross e il mare di Weddel, in gran parte perennemente ghiacciati. L’Antartide è un continente montuoso: i principali rilievi sono costituiti dalla Catena transantartica, disposta in direzione nord-sud, con vette che in alcuni casi raggiungono i 4000 m di altezza. Montagne, valli, pianure, tuttavia, sono letteralmente sepolte sotto un’impressionante calotta ghiacciata, che occupa il 98% della superficie antartica, e che rappresenta ben il 95% dei ghiacci presenti sulla Terra, pari all’80% della riserva d’acqua dolce del nostro pianeta. I rari affioramenti rocciosi sono costituiti soprattutto dalle sommità delle montagne più alte, troppo ripide perché il ghiaccio vi si possa fermare. Altre zone libere della coltre gelata sono le «oasi», estese talvolta per centinaia di chilometri, in cui la nuda roccia assorbe il calore solare nei mesi estivi e fa aumentare la temperatura atmosferica anche di 15 °C. Il clima è caratterizzato da venti fortissimi, che soprattutto lungo le coste raggiungono i 300 km/h, da violente tempeste di neve, dette «blizzards», e da un’estrema siccità. Le precipitazioni, tutte sotto forma di neve, non superano i 130 mm annui. Nonostante ciò, l’imponente calotta antartica si è originata proprio dalla neve accumulatasi nel corso di centinaia di migliaia di anni.
L’Antartide è il continente più freddo della Terra: la temperatura non raggiunge mai medie mensili superiori allo zero, mentre in inverno il termometro scende a fino -70. La temperatura in assoluto più bassa è stata quella registrata nella stazione russa di Vostok, nel luglio del 1983: -89,6.
Attualmente sul continente vero e proprio non esiste fauna di alcun genere, salvo, nella stagione estiva, uccelli marini e pinguini nelle zone costiere. I pinguini sono caratteristici dell’Antartide e non esistono nell’Artide. Le specie più rappresentate sono quelle del pinguino imperatore, del pinguino maggiore e del pinguino di Adelia.
Al contrario, l’orso bianco, tipico dell’Artide, non vive nell’Antartide. Presso le coste e nei mari ghiacciati intorno al continente s’incontra un’abbondante fauna di pesci e di altri animali marini: balene, foche, otarie, elefanti marini, ecc.; la flora è pressoché inesistente e si limita, sempre in estate, a qualche lichene e a un po’ di muschio nelle zone riparate. Nel 1994, tuttavia, dei ricercatori britannici hanno presentato un rapporto sull’inaridimento in atto nell’Antartide dovuto al buco nell’ozono.
La situazione sta forse tornando quella di un lontano passato: infatti, dal 1967 al 1971, sono stati trovati sul continente frammenti di animali preistorici, e in particolare un cranio di rettile, vissuto nel periodo triassico, identico ai crani trovati in Australia e nella Repubblica sudafricana. Sono pure state rinvenute tracce di altri animali vissuti in zone calde durante l’era secondaria. Del resto, già erano stati scoperti resti di carbon fossile e di piante adatte solo a climi caldi. C’è quindi da pensare che un tempo il clima dell’Antartide sia stato caldo e che, alla fine del periodo paleozoico, il continente sia stato assai più vicino all’Australia e all’India di quanto non sia adesso. Questa ipotesi, che si riallaccia alla teoria della deriva dei continenti, viene anche completata da un’altra che suppone, in un momento assai remoto della storia della Terra, un brusco spostamento dell’asse terrestre. Il Polo Sud, in altre parole, non sarebbe stato situato dove è ora, ma assai distante. Una possibile prova di questa teoria è del resto dimostrata dalla circostanza che il polo magnetico nel XIX secolo era situato oltre 1000 km più a est di quanto misurato alla fine del XX secolo.
L’Antartico è rimasto inesplorato fino al XIX secolo. Il russo F. G. Bellingshausen (1819-1821) fu il primo a dare sicura notizia della sua esistenza scoprendo le isole di Pietro I e l’isola di Alessandro I. Nel 1821 alcuni balenieri toccarono e visitarono la Terra di Graham. Da allora le spedizioni si susseguirono. Notevoli le spedizioni di J. Dumont d’Urville e di C. Wilkes, che contribuirono a definire il perimetro del continente. Le spedizioni scientifiche «Belgica» (1897-1898) e «Southern Cross« (1899) raccolsero un complesso di fondamentali conoscenze, che costituirono i preliminari per raggiungere il Polo Sud. Toccherà al norvegese R. E. Amundsen il primato di averlo raggiunto il 14 dicembre 1911.