Curcio Medie

La foto aerea di una città ci richiama immagini che appartengono alla natura, come la sezione di un albero o la tela del ragno. Essa ci rende chiaramente leggibili le tracce della storia della città, del suo sviluppo progressivo, dei suoi cambiamenti. È difficile che una città, nel tempo, abbia cambiato radicalmente forma rispetto a quella originaria perché, anche dopo incendi, distruzioni o cataclismi naturali, l’uomo tende a ricostruire la propria città così com’era prima; generalmente risultano quindi riconoscibili gli ampliamenti e le zone nuove, che possono essere costruite con criteri del tutto diversi, ma il vecchio centro storico rimane sostanzialmente invariato. Questo fenomeno viene indicato come «persistenza del piano». Nella fotografia francoforte si vedono alcuni palazzi della piazza più centrale ricostruiti del tutto ex novo (come è avvenuto anche per la cattedrale) dopo la totale distruzione dovuta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale in Germania; si sono utilizzati a questo scopo i disegni e le fotografie, e il fenomeno ha riguardato anche altre città tedesche, come Lubecca e Colonia. Da questi esempi è evidente il significato «di filo ideale con la storia», di testimonianza, che l’uomo attribuisce alla forma della città, che è espressione delle condizioni ambientali, culturali ed economiche dei diversi periodi storici. L’importanza culturale dei centri storici e il loro fascino sono anche tra le principali ragioni dell’enorme costo del suolo e delle abitazioni, anche se vecchie e fatiscenti.
Per fare un esempio, a Milano, a Roma e in molte altre città italiane si vendono appartamenti ristrutturati nel centro storico a prezzi elevatissimi rispetto a quelli delle case di periferia.

La città nel tempo
Nelle città più antiche, di origine greca o romana, una delle caratteristiche dominanti è la regolarità della forma, limitata dalle mura e definita dai tracciati delle strade, lineari e perpendicolari tra loro. Questa distribuzione è facile realizzazione, favorisce buone condizioni igieniche (soleggiamento e aerazione), l’accesso alla rete viaria e a quella delle fognature.
Un esempio ancora ben leggibile di città di fondazione greca è costituito da Napoli (l’antica Neapolis fu fondata nel V secolo a.C.); gli enormi problemi che la città presenta oggi sono in parte dovuti al fatto che quella vecchia struttura non può reggere alle esigenze moderne, come il traffico automobilistico, e che le altezze degli isolati sono talmente cresciute, che i piani bassi non ricevono quasi mai sole e aria.
Nelle città di origine romana, lo schema della pianta è quello della «centuriazione», cioè della divisione del terreno da assegnare in proprietà. Con le città medievali si perde la regolarità di quelle più antiche, i cui schemi sono per lo più sconvolti dalle invasioni barbariche; le ricostruzioni avvengono spesso senza piani precisi fino a quando (nel XII e nel XIII secolo) non si dà vita a un’organizzazione urbanistica che trova il suo centro negli edifici pubblici, che hanno sostituito quelli romani. Particolare rilievo acquistano la cattedrale e la sede vescovile, che diventano il centro del sistema di strade. La città medievale accoglie lentamente anche i borghi, con i relativi terreni; queste espansioni si distinguono nettamente dal tracciato dei nuclei di origine romana. Una grande varietà di forme è stata prodotta nel medioevo nelle città di nuova fondazione, che seguono schemi di volta in volta di tipo radiocentrico, lineare, ortogonale, irregolare.
Nel periodo rinascimentale non sorgono tanti nuovi centri, le corti sono impegnate a rendere più comode e belle le proprie città, che vedono cambiare le proprie funzioni, con il sorgere dell’economia capitalistica, l’affermarsi della borghesia mercantile, lo svilupparsi del progresso scientifico. Una grande novità incide notevolmente sull’urbanistica rinascimentale: l’uso e il perfezionamento delle armi da fuoco. Le vecchie mura medievali non sono più sufficienti a difendere la città dai cannoni a lunga gittata e si trasformano in enormi bastioni dal disegno molto movimentato che finiscono per chiudere la città come in una morsa invalicabile. È anche l’epoca della fioritura degli studi classici, con la produzione di importanti «trattati» teorici di architettura e la proposta di «città ideali» (Filarete, Francesco di Giorgio Martini, Leonardo da Vinci, Baldassarre Peruzzi), che organizzano in perfetta geometria il disegno delle mura con quello della città (un esempio tipico è quello di Pienza).
Gli schemi rinascimentali ricevono, in età barocca, ulteriore sviluppo, con l’aggiunta di spettacolari soluzioni scenografiche. Le strade sembrano diventare i percorsi da seguire per giungere a godere degli effetti teatrali delle piazze, riccamente addobbate con fontane, statue, scalinate (piazza Navona, piazza di Spagna ecc.). Spesso la decorazione diventa eccessiva e pesante, soprattutto se confrontata con il senso della misura del rinascimento; questo ha fatto attribuire per molto tempo al termine «barocco» un significato dispregiativo, facendo torto all’originalità di Bernini e Borromini, oggi pienamente rivalutati.
Con la città moderna vengono repentinamente stravolti gli equilibri precedenti. L’applicazione del vapore fa sorgere la grande industria e rivoluziona la tecnica dei trasporti. Nel cuore stesso delle città si fanno spazio le stazioni ferroviarie, punto d’arrivo di centinaia, e poi migliaia, e poi centinaia di migliaia di lavoratori richiamati dalle industrie. La città moderna ha risposto quasi sempre con estremo ritardo alle esigenze nate con la sovrappopolazione; si è perso il controllo del fenomeno e la crescita ha messo in crisi l’unità stessa dell’organismo urbano. Una grossa frattura si è determinata tra centro storico e periferia e la congestione del traffico di superficie ha costretto a scavare le gallerie della metropolitana o a far sorgere una selva di piloni d’acciaio e di cemento per le strade sopraelevate. I problemi della città moderna attendono un’efficace soluzione: essi sono affidati al futuro, nella speranza che la tecnologia sappia porre riparo ai danni provocati dal suo stesso, vertiginoso sviluppo.

 

La piazza italiana

Alcuni paesi del Nord Europa hanno copiato la piazza italiana, un luogo d’incontro, di scambio e di confronto profondamente radicato nella nostra cultura. Anche il più piccolo paesino è dotato di una piazza, aperta a tutti, popolare, una volta contrapposta al castello del signore. La piazza italiana ha visto nel tempo affiancarsi edifici che spesso appartengono a epoche diverse. Sono cambiate attraverso i secoli le funzioni della piazza stessa: civile, religiosa, commerciale, di vita associata. A volte tali funzioni erano separate (piazza delle erbe, piazza dei mercanti, piazza del duomo), altre volte si sono fuse. Oggi, la possibilità di godere della piazza è quasi sempre legata all’istituzione delle «isole pedonali».

GLOSSARIO

Capitalistico. Basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione.

Radiocentrico. Schema che prevede un centro da cui partono le strade come raggi.

ATTIVITÀ PER LE COMPETENZE

1. Che cosa significa che l'unità stessa dell'organismo urbano è in crisi? Cosa sta succedendo nelle città moderne?

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2. Che cosa simboleggia la piazza italiana?

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3 Nel periodo rinascimentale le funzioni della città in che cosa cambiano rispetto al passato?

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4. Che cosa si intende per schema radiocentrico?

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5. Dove vivi? Descrivi la tua città e i luoghi d'incontro di essa. 

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