Curcio Medie

Sulla riva sinistra del Nilo, ad occidente dell’antica Menfi (Menphi) e a circa 30 chilometri da Il Cairo, sorge la zona archeologica di Saqqara, che sembra derivare il proprio nome dalla divinità  funeraria Sokaris, posta a tutela della zona.
Saqqara, che ricopre un’area di circa sette chilometri per uno e mezzo di larghezza, è stata la necropoli reale del «Regno Antico d’Egitto», sostituita in seguito da Giza e dalla Valle dei Re, presso Tebe.

Tra le dozzine di piramidi della zona troviamo quella di Unas, sovrano della V dinastia, che ospita il più antico testo delle piramidi: una serie di iscrizioni rituali che illustrano la vita dopo la morte, precursore del successivo Libro dei Morti in uso nel Nuovo Regno d’Egitto. Saqqara ospita anche diverse tombe che si sono preservate intatte sotto la sabbia per quasi due millenni, fino all’epoca della scoperta avvenuta nel 1924. L’ultimo dei ritrovamenti nella zona è notizia molto recente: gli archeologi hanno infatti rinvenuto uno splendido sarcofago, uno dei più belli mai scoperti, che è subito stato sottoposto ad esami per scoprire l’identità  della mummia custodita, intatta, al suo interno.
Importante per lo studio della storia sono le iscrizioni di una tomba risalente al Nuovo Regno (1555-1087 a.C.), dove appaiono i cartigli di cinquantasette sovrani da cui afferma discendere Ramsess II (citati nei testi come «Lista Reale di Saqqara»).

Ma la costruzione più importante di Saqqara è certamente la piramide più antica dell’Egitto: la piramide di Zoser, monumento a gradoni ideato da Horo Necerierkhet, più noto come Zoser, secondo sovrano della III dinastia.
Posta al centro di un grande recinto rettangolare di pietre, la piramide a forma quadrata costruita dall’architetto Imhotep misurava all’epoca 63 metri per nove di altezza. Il muraglione di cinta presenta quattordici false porte ed un solo accesso, nell’angolo sud-est, da cui si accedeva al cortile interno dallo splendido colonnato. La piramide, a sei gradoni orizzontali di blocchi di granito, decrescenti verso la sommità, racchiude un labirinto di corridoi trasversali che conducono agli appartamenti funerari del re, i quali riproducono le sue stanze nella residenza reale di Menfi. All’interno, camere affrescate con predominanza di colore blu, porte con il protocollo faraonico di Zoser ed immagini che lo ritraggono in vesti cerimoniali. Cerimonie che, secondo l’architetto Imhotep, il faraone avrebbe compiuto anche oltre la morte, nel regno dell’oltretomba.


La necropoli di Saqqara.

Vita e culto dei morti degli Egizi
Attraverso le scene affrescate sulle tombe si è potuto ricostruire il modo di vivere degli antichi Egizi. L’alimentazione era costituita da cereali, pane e zuppe di verdure; dolci a base di mandorle e frutti tropicali. La carne era riservata alle grandi occasioni, anche per via della conservazione.
La società egiziana amava molto i passatempi ed i giochi: in uno scavo archeologico sono state ritrovate delle pedine bianche e nere, simili agli scacchi moderni.
Nel famoso Libro dei Morti sono descritte le regole del gioco chiamato Senet che il faraone doveva rispettare per vincere una battaglia immaginaria ed accedere al regno dell’oltretomba. Per gli Egizi la morte era solo un passaggio, dopo il quale la vita riprendeva simile a quella terrena. Ma per essere immortali l’anima e il fisico, separatisi con la morte, dovevano riunirsi. Per questo gli Egizi praticarono l’imbalsamazione dei cadaveri.
I faraoni, considerati figli del dio Ra (il Sole), venivano sepolti nella città di Saqqara (la città dei morti) in costruzioni quadrate dette màstabe. Nel 2700 a.C. l’architetto di nome Imhotep ideò per il regnante Zoser una maestosa piramide a gradoni: da allora tutti i faraoni adottarono quel tipo di sepoltura.
Il Calendario, composto da 360 giorni e cinque di festa (detti «epagomeni»), era anche scandito dall’oroscopo, di cui gli Egiziani sembrerebbero essere gli inventori. 
Ottimi medici, gli Egiziani curavano molto l’igiene personale. Si lavavano più volte nel corso della giornata e si rasavano ogni due giorni, ma i bisogni fisiologici venivano fatti per strada, in quanto solo il faraone possedeva nella sua regale abitazione una sala da bagno personale.